Chiara Stevanella è diplomata al liceo scientifico di Arese con il massimo dei voti, è laureata in matematica all'università degli studi di Milano con una tesi sulla statistica Bayesiana. Attualmente insegna Matematica all'Istituto Tecnico Commerciale.
Nata a Padova il 18 giugno 1973, Chiara trascorre gli anni della prima infanzia in Brasile dove i genitori si sono trasferiti momentaneamente per lavoro. Ricorda ancora con molta chiarezza la prima volta che sua madre le regalò una scatola di colori ad acquerello per insegnarle le mescolanze. E' lei infatti che, dipingendo per svago, le trasmette il piacere per il colore e la creatività manuale.
Rientrata in Italia frequenta le scuole pubbliche ad Arese, ed è in questo contesto che incontra una persona che sarà decisiva nella sua formazione di pittrice: l'insegnante di arte delle medie, la prof.ssa Trolli. Da lei impara infatti le tecniche per disegnare gli alberi tratte dal manuale del Munari, e questo soggetto rimarrà per sempre molto amato: “Trovo che gli alberi stagliati contro il cielo luminoso e terso al tramonto siano quanto di più poetico ci possa essere...”
In casa trova una raccolta di libri di pittura su svariati periodi e in solitudine passa il tempo sfogliando le pagine dei maestri del passato, affascinata tanto dalla maestria dell'arte figurativa, quanto dalla festa di colori della pittura impressionista.
Dopo essersi diplomata con il massimo dei voti al liceo scientifico Falcone e Borsellino di Arese, si iscrive alla facoltà di Matematica dell'università di Milano, dove si laurea nel 1998. Sono anni molto difficili, sia dal punto di vista della mole di studio, sia dal punto di vista personale ed emotivo. Iniziano a scricchiolare le sue convinzioni su ciò che conta ed è importante perseguire nella vita e inizia a farsi strada l'idea che la formazione scientifica non sia completamente specchio della sua personalità. Nel tempo libero si dedica alla pittura decorativa e naif ed è di questo periodo infatti il presepe dipinto sui sassi che è possibile vedere anche sul sito.
Viene assunta in una azienda che si occupa di informatica, ma ancora non si sente realizzata e partecipa ad un concorso pubblico per l'assunzione in università, che vince e viene assunta come personale tecnico alla Divisione Sistemi informativi. Successivamente partecipa anche all'esame di concorso per entrare nella scuola, che le frutterà nel 2009 il posto di ruolo come docente di Matematica.
Continua a dipingere nel tempo libero ed inizia a realizzare il suo sito personale: www.artekjara.it . Nel frattempo si appassiona alla pittura e decide di iscriversi ad un corso serale tenuto inizialmente dal maestro Paolo Fabbro che le insegna le basi della pittura ad olio. Chiara cambia modo di dipingere passando da soggetti piccoli, dipinti maniacalmente con pennellini sottili (“Lo specchio dei mondi”, “Il bacio”, “Il volo”) a dimensioni e pennelli grandi. Ancora non ha un vero e proprio stile che la contraddistingue e si affida ancora molto allo stile naif e alle suggestioni di pittori come Klimt.
Cerca altri pittori sul web e chiedendo consigli e informazioni riesce a perfezionarsi, sono di questo periodo infatti il secondo ciclo di quadri ad olio (“Sera sul mare”, “Albero d'inverno”, “La stanza di Carlo” e “Una giornata a San Felice Circeo”). In questo modo raccoglie un bagaglio notevole di tecniche ed informazioni da vari maestri, che decide di pubblicare con il loro consenso, in un manuale in linea sul suo sito. Con il passare del tempo il manuale si arricchisce grazie al contributo delle sue esperienze e di quelle di altri pittori, che apprezzano la filosofia di gratuità e condivisione delle informazioni che caratterizza il manuale.
Nel frattempo il corso di pittura serale che Chiara frequentava, viene tenuto da Pamela Fontana, scenografa diplomata a Brera, che si occupa di preparazione di sfondi teatrali per la Scala di Milano. Da lei apprende la tecnica dell'affresco scenografico che la appassiona definitivamente. Inizialmente copia gli affreschi storici (Affreschi preistorici, minoici, etruschi, pompeiani e medievali), ed esegue i primi trompe l'oeil con questa tecnica, in seguito trova un suo linguaggio caratteristico contraddistinto dall'accostamento di colori complementari, soggetti tratti dalla natura, soprattutto alberi, fiori, animali, ma tutti rivisti con una lente che distorce e amplifica rivelando particolari nascosti (sul sito sono raccolti nella sezione “Sogno”).
Nel 2003 espone la sua prima mostra personale intitolata “Segni sul Muro” presso il Circolo culturale GRASCH di Lissone: la mostra si sviluppa in ordine cronologico dalla copia degli affreschi antichi, quelli naturalistici ed infine quelli originali. Inizia così una fitta collaborazione con il presidente e fondatore del circolo culturale, Marco Sampietro, che la incoraggia con svariate idee e spunti dandole anche spazio per tenere corsi di pittura e decorazione.
Partecipa saltuariamente anche a mostre di pittura all'aperto a Milano e dintorni ottenendo un discreto successo.
Nel 2004 diventa mamma di un bambino di nome Paolo, a lui è dedicato il quadro “La porta d'oro” ispirato alla nascita, e nel 2007 arriva anche Marta.
Questi eventi non segnano una battuta d'arresto nella sua produzione, al contrario sembrano averla motivata ed ispirata ancora di più. A cavallo tra le due nascite infatti conosce il Dr. Carlo Rebuffat, che le commissiona sette affreschi ispirati alla vita e inizia con lui una fitta corrispondenza che la porta a realizzare in effetti in collaborazione con lui i soggetti che vi sono raffigurati (Sul sito sono raccolti nella sezione “Vita”). Quel che raccontano è il mondo dell'anima: la ragione e l'istinto, le illusioni e l'intelligenza realizzata, le aspettative, la ricerca della felicità personale e cosmica, l'impeto e la grazia, la consapevolezza dell'impossibilità di cogliere il mondo dell'esperienza in tutti i suoi molteplici aspetti.
Questa esperienza si rivelerà per Chiara estremamente importante e formativa, in quanto le dà finalmente la consapevolezza di avere un valore, e le regala una competenza ed un bagaglio di idee veramente notevole.
Contemporaneamente a questo progetto, collabora con Letizia Tartaglini editrice della rivista Idee Decoupage e Casa Chic, dove pubblica svariati articoli con spiegazioni passo passo sia per quanto riguarda il decoupage, sia per la decorazione ed il trompe l'oeil.
Dal 2009 la sua produzione artistica mostra un cambiamento nella scelta dei soggetti e dei colori in parte dettata dal suo interesse per la meditazione e la metafisica:
non più fuga dalla realtà per rifugiarsi nel sogno e nel mondo variopinto delle private emozioni, non più oggettiva rappresentazione naturalistica...
Chiara chiama questi nuovi dipinti Ricordo di sé (nel sito sono raccolti nella sezione “Ricordo”): “...non sono fuggita dal mondo, ma l'ho guardato con occhi nuovi, con la consapevolezza di essere in quel momento partecipe di una meraviglia che si svelava ai miei occhi, e grata del prezioso segreto che racchiudeva, e nel frattempo cosciente di me e delle emozioni che provavo, come se improvvisamente guardando fuori da me, finalmente mi ricordassi di me.”
Sono quadri diversi perché sotto la superficie naturalistica dei soggetti, si nasconde una metafora.
Ad ottobre 2010 partecipa alla mostra collettiva “Colori d'autunno nel parco e nell'anima” nel parco della Villa reale di Monza con le tre opere: “L'albero della luce”, “Il sole dentro” e “La mente e i pensieri”.
A marzo 2011 partecipa alla mostra collettiva inaugurale della galleria “Wiki Arte” a Bologna, e a maggio 2012 partecipa alla mostra collettiva all'aperto “Arte sul naviglio grande” a Milano.
Ad aprile 2013 partecipa alla mostra collettiva nello spazio espositivo dello storico Colorificio di Cesare Crespi nel quartiere di Brera nel cuore di Milano.
Il 2014 rappresenta per la pittrice un anno di forte crisi evidenziata dai suoi ultimi quadri fortemente drammatici e profetici: “Intuizione”, “Mente Divisa” e “Angelo e Demone” sono i capisaldi di questo periodo.
Il Primo quadro del 2015 “Dal Blu alla Luce” rappresenta invece un nuovo punto di svolta, evidenziato anche dal cambiamento della sua firma, che ora non è più estesa nelle cinque lettere del suo nome d'arte “Kiara” ma sintentizzata in uno schizzo, un'ideogramma che racchiuda tutte le lettere.